Tra gli atleti in ritiro al Centro di Santa Severa c’è Rosa Efomo De Marco che per la prima volta sta vivendo un’esperienza del genere e tra gioie e difficoltà ci ha raccontato gli ultimi tre mesi a Santa Severa e le speranza del sogno paralimpico in Giappone.

 

Come hai vissuto l’interruzione della qualificazione paralimpica di Tokyo 2020 a causa della pandemia?

Soltanto quattro giorni prima di partire per la Spagna siamo stati avvertiti che la trasferta sarebbe stata annullata, era l’ultimo torneo di qualificazione e sicuramente il tutto è stato abbastanza traumatico.

 

Pochi giorni dopo l’annullamento del torneo, è iniziato il lockdown: come è andata?

Per me ha rappresentato la sospensione di tutti gli allenamenti, inizialmente anche perché la situazione era nuova e meritava la giusta organizzazione; non mi sono allenata per due settimane, poi dopo grazie alle videochiamate ho ripreso gli allenamenti con gli altri paratleti per due mesi. Certamente gli allenamenti sono stati utili, ma farli in presenza è tutta un’altra cosa. Molto strano essere in salotto e giocare a Badminton.

 

Come è stato quindi poi riprendere gli allenamenti nel Centro Sportivo di Santa Severa?

Ho ripreso nei primi giorni di giugno ma è stato molto faticoso ricominciare perché avevo perso la quotidianità di stare in campo e lentamente ho ripreso e adesso mi sento nettamente meglio. Certamente le normative anti Covid all’inizio hanno avuto un impatto, ma adesso sono diventate cose normali che non mi infastidiscono più.

 

Allenarsi con altri paratleti quanto ti sta aiutando?

Per la prima volta mi alleno due volte al giorno, all’inizio è stato un impegno intenso, ma anche il confronto con altri paratleti con ad esempio Yuri Ferrigno, mi aiuta a superare la fatica e mi rasserena.

 

Come è il rapporto con il tuo allenatore Enrico Galeani e con tutto lo staff tecnico che vi segue a Santa Severa?

Inizialmente il mio rapporto era solamente durante i tornei e non prevedeva quindi una fase di allenamento costante. In questo periodo ho molto apprezzato i consigli di Enrico; condivido con lui tanto tempo e siamo riusciti ad instaurare anche un bel rapporto umano che mi sta aiutando molto a crescere. Molto importante inoltre la presenza del Fisioterapista che riesce a ricaricarmi le pile tra un allenamento e l’altro.

 

Ti manca la tua famiglia che sta a Palermo?

Non sono mai stata lontana da casa per così tanto tempo, sono tornata lo scorso weekend, sicuramente è stato difficile anche perché ho un fratellino piccolo e ho piacere di vederlo crescere.

 

Il torneo in Spagna è l’ultimo gradino verso Tokyo 2020 ti senti pronta?

Ad oggi io sto migliorando ma in questo periodo anche le mie concorrenti con cui mi contendo il posto alle paralimpiadi di Tokyo staranno vivendo lo stesso percorso di crescita. Spero vivamente di rientrare a pieno ritmo per centrare un ottimo risultato che mi possa proiettare a raggiungere il sogno di Tokyo 2020.

 

Progetti futuri oltre il Para-Badminton?

Sto valutando l’iscrizione all’Università. Mi piacerebbe continuare gli studi conciliando l’attività didattica e l’attività sportiva. Forse una laurea in Economia o in Scienze Politiche potrebbe essere un altro traguardo importante.

 

 

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