Abbinare nel miglior modo possibile l’allenamento fisico a quello mentale. E’ questo l’obiettivo del metodo S.F.E.R.A. presentato ieri al PalaBadminton di Milano da Giuseppe Vercelli, psicologo dello sport che collaborerà con il suo studio nei Progetti tecnici di alto livello del Badminton azzurro.

“La psicologia dello sport ha l’obiettivo di favorire la massima integrazione delle capacità tecniche, fisiche e mentali dell’atleta, con il risultato di poter competere con la totalità delle proprie risorse a disposizione - ha spiegato il Prof. Vercelli nel suo incontro con i giovani del #ProgettoGiovani #duemila20e24 e con lo staff della nazionale -. In effetti lo psicologo dello sport ha due compiti fondamentali: il primo è far emergere la genialità dell’atleta poiché professionista specializzato nella conoscenza dei meccanismi mentali psico-fisici e anche patologici e il secondo, è quello di somministrare test per monitorare certe qualità dell’atleta e proporre tecniche di rilassamento sempre per imparare a vincere”. 

“E’ scientificamente provato - ha detto Alessandro Cecilia, psicologo dello sport che seguirà in particolare i giovani talenti azzurri - che allenare la mente con metodo, porta l’atleta ad ottenere risultati d’ eccellenza, in breve porta l’atleta a vincere. Per l’atleta il concetto d’eccellenza è arrivare sul podio e possibilmente sul primo gradino;  per lo psicologo dello sport il concetto di ‘vittoria eccellente’ è che ‘il suo atleta’ abbia la capacità di provare la miglior sensazione in quel preciso momento, che, altro non è che essere felici. In pratica ciò che conta è capire quali sono gli elementi di crescita di ogni singolo individuo/atleta”.

Cos’è il Metodo S. F. E. R. A.

 

S.F.E.R.A.: Sincronia, Forza, Energia, Ritmo, Attivazione.

 

Sono i cinque (fattori) attrattori per la costruzione della Sfera della massima prestazione.

1) Sincronia: si tratta della capacita di essere nel presente, portare la propria attenzione alla sincronia di ciò che ci accade  nel tempo di adesso. Una sorta di stato di flusso, di azione sincronizzata con se stessi e il mondo circostante. Il primo passo essenziale del metodo è quindi la coordinazione fra gioco interiore ed esteriore: lo strumento principe per farlo è il controllo dello stato attraverso il self talk, cioè il dialogo interiore o linguaggio ipnotico.

2) Forza: si tratta di lavorare sui punti di forza degli atleti.  Il rievocare i punti di forza permette  infatti di aumentare l’autoefficacia, cioè della consapevolezza di essere  in grado di fare qualcosa. È l’abilità e la convinzione di essere in grado di compiere qualcosa di specifico diventando un apparato che si “auto organizza” la mente essendo così in grado di “capitalizzare i punti di forza” e facendo si che questi motivino a  crearne e svilupparne di nuovi. Gli strumenti principali della Forza sono: il rinforzo dell’autoefficacia attraverso il richiamo di risorse, la modifica delle convinzioni limitanti e il saper pianificare gli obiettivi.

3) Energia: imparare a dosare l’energia è uno dei fattori chiave  del successo. E’ molto importante scoprire come conservare e far esplodere l‘energia al punto giusto.  Strumento principale è la capacità di controllo sulla forza di volontà (conscio) e sulla motivazione (inconscio).

4) Ritmo: tutta la vita è ritmo, quando le persone vanno d’accordo e comunicano stanno usando “lo stesso ritmo”. In natura quando una cosa funziona bene, sta andando a “ritmo con le altre”. Il giusto ritmo è un fattore chiave del successo nella vita, essere troppo o troppo poco attivi sono due nemici dell’eccellenza, ed è per questo che è importante scoprire come dosare l’energia. Uno degli strumenti principi è quello di innalzare i “picchi e di  affossare le valli”. Cioè quando bisogna dare il massimo spingere questo picco il più alto possibile, mentre quando si è nelle fasi di rilassamento e riposo, essere completamente disattivati.

5) Attivazione: è la capacità di attivarsi e motivarsi nel modo  e nel momento giusto. Attivarsi significa prendere la volizione frontalmente, è quella capacità che ci permette di fare “il passo in più”, la differenza che fa la differenza quando ci serve quella “forza” che nasce dalla capacità di “decidere” di voler essere attivi o proattivi. Gli atleti hanno dei rituali che gli permettono di attivarsi, delle ancore composte da rituali fisici e mentali che se modellati possono permettere un’attivazione “a comando” utile durante la gara, concentrandosi così sulla parte inconscia ed automatica del gesto piuttosto che sulle risorse coscienti.

 

 

 

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