Terzo appuntamento della rubrica “Facciamo il punto”, ospite di oggi Javier Gallego: i giovani, la quarantena a Milano e la ripresa.

 

Come hai e avete affrontato questo periodo di emergenza COVID-19 con i più giovani.

Dalla prima settimana di confinamento abbiamo sin da subito iniziato analizzando molte partite, un’analisi molto dettagliata rispetto a quella che si fa in una giornata normale di allenamento al PalaBadminton. Il lavoro che stiamo portando avanti è prevalentemente con i singolaristi, mentre i doppisti stanno lavorando insieme a Wisnu Putro e Robert Wetherell. Nelle prime settimane abbiamo analizzato le partite e poi in videochiamata con i giocatori abbiamo trattato i dati raccolti; ora siamo sempre focalizzati sull’analisi ma dal punto di vista mentale, mi spiego meglio: insieme al nostro psicologo Alessandro Cecilia, ci soffermiamo ad analizzare ad esempio come un nostro atleta gestisce il match se sta perdendo o vincendo, quanto e quando soprattutto diventa aggressivo e come gestisce la pressione dell’avversario che magari sta raggiungendo il suo punteggio. Questo lavoro di analisi è parallelamente seguito da Lorenzo Pugliese che li segue invece nella preparazione atletica.

 

Che tipo di feedback hai ottenuto dai ragazzi?

Direi ottimo. Eravamo un po’ preoccupati all’inizio pensando che forse era noioso per loro guardare uno schermo, ma sin da subito hanno dimostrato una gran voglia di proseguire perché hanno “letto” una serie di dati e risultati che non immaginavano di avere. Questo tipo di allenamento, uno ad uno, anche se a distanza è una grande opportunità per intensificare sempre di più il legame coach-atleta, in campo siamo infatti abituati a parlare al gruppo, ora lavorando singolarmente e facendo un lavoro individualizzato è come se ciascuno di loro svolgesse il ruolo da protagonista. Con questo lavoro tecnico-tattico abbiamo velocizzato i processi, ci siamo portati avanti sugli obiettivi e quando torneremo in campo non avremo bisogno di ulteriori spiegazioni. Noi dello staff ci confrontiamo spesso con altri team in questo particolare periodo e alcuni allenatori sono preoccupati perché pensano che i loro giocatori torneranno in campo poco motivati, io posso affermare che i nostri azzurri sono invece carichi per tornare in campo anzi forse più carichi di prima!

 

Il DT Arturo Ruiz ci ha anticipato dei progetti dedicati ai più giovani che state portando avanti: cosa aggiungi a riguardo?

Al momento si tratta di incontri insieme ai due responsabili dei Centri Tecnici Territoriali di Vola in Azzurro di Malles e di Chiari (Henri Vervoort e Fabio Tomasello), per discutere dello sviluppo dei progetti dedicati ai più giovani, Vola in Azzurro e Talenti, in modo da attuare strategie diverse a supporto del percorso che mira all’Alto livello. Inoltre a causa della pandemia dobbiamo studiare una ripresa della programmazione che permetta di colmare il “buco” di questi mesi, voglio essere positivo: se riprenderemo la normale attività a partire da Settembre sarà molto difficile comprimere in 4 mesi, fino a Dicembre, tutte quelle attività, Talenti, Vola in Azzurro territoriale e nazionale, raduni e gare che prima erano spalmati in 12 mesi; un piccolo allert ai genitori e ai club che a partire dal mese di Settembre ci aspetteranno 4 mesi intensi, senza escludere anche l’attività scolastica dei nostri ragazzi. Ancora non sappiamo nulla sui Tornei, sia in Italia che all’estero, ogni realtà sarà diversa ma una cosa è certa: la sicurezza per noi e per i nostri atleti viene prima di tutto.  

 

Siamo positivi come dici te Javi, magari a breve riaprirà il Centro Tecnico Federale, hai già pensato a come ripartire?

Tutto dipenderà dalla normativa vigente e sarà legato alle disposizioni che ci verranno date e dalle misure che dovremo adottare. Dal punto di vista tecnico, all’inizio faremo una sola seduta giornaliera con un lavoro di consistenza per riprendere fiducia con il volano e con il campo, sessioni di propriocettiva accompagnate da un lavoro insieme a Lorenzo Pugliese. Non approfondiremo né la tecnica né la tattica, non avrebbe alcun senso lavorare in profondità quando ancora i nostri atleti non hanno riacquisito la fiducia con il proprio corpo, quindi per la prima settimana si tratterà di un lavoro di qualità nei movimenti e non di quantità. La tecnica vera e propria, se tutto andrà bene, verrà introdotta dalla seconda settimana, in sintesi, all’inizio tratteremo la quantità di colpi e la qualità del movimento, poi la qualità del singolo colpo. Una volta accertati di una forma fisica adeguata dei nostri giocatori, del volume dell’allenamento legato all’intensità, passeremo a due sedute al giorno.

 

In questo periodo sei rimasto a Milano con la tua famiglia, come hai trascorso la quarantena?

Molto tranquillo insieme alla mia famiglia, abito a 20 km da Milano con un ampio spazio in giardino che sicuramente ha facilitato lo svago dei miei bimbi. Sono uscito solo 3 volte per fare la spesa e, 3 volte anche mia moglie, i figli mai e sono felici di vederci entrambi dentro casa, lo hanno paragonato alle classiche vacanze natalizie. Non ho certamente dimenticato la Spagna, tra l’altro mio papà è risultato positivo al virus, ma fortunatamente ora è guarito e sta bene.  

 

Da qualche giorno Robert non fa più parte dello Staff, un pensiero per lui? 

Per me è come se non fosse andato via visto che ancora non ci siamo salutati ufficialmente; so che tornerà a Milano a riprendere le sue cose e non mancherà il modo per farlo. L’ho conosciuto, 11 o 12 anni fa, non ricordo esattamente, al mio primo corso fatto con Badminton Europe, ma non solo, insieme abbiamo tanti ricordi, ci siamo trovati anche a qualche camp estivo. Per il momento voglio fargli un semplice saluto e un in bocca al lupo per la nuova avventura, sono certo che non mancheranno le occasioni per lavorare di nuovo insieme nel Badminton, o verrà lui a trovarci o andremo noi da lui.

 

 

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